Cavoli incanta i visitatori per la sua bellezza naturale e l’incantevole spiaggia, ma la sua storia è profondamente legata alla pietra locale che affiora ovunque affonda le radici nell’antichità e il suo nome deriva dal latino cavulae, riferito alle cave di granito documentate sin dal I secolo d.C.
Fino agli anni ’60 del Novecento la vallata appariva intensamente coltivata, soprattutto a vigna, intervallata da granito affiorante e cave di estrazione. Cavoli si raggiungeva solo via mare o attraverso una mulattiera e il silenzio era rotto solo dal rumore del martello degli scalpellini.
Negli anni ’50, dopo che fu realizzato il collegamento con Marina di Campo nacquero le prime attività turistiche.
Imbarcazioni in zona Cavoli
Cava a Cavoli durante la gestione Zimmer Visita alla cava di Cavoli durante la lavorazione da parte di un gruppo di persone ben vestite.
L'uomo vestito di biannco è il direttore delle cave di franito durante la gestione Zimmer, Giuseppe Franchi. Le donne camminano con l'ombrellino parasole.
Si notano a destra le rotaie per il trasporto del granito e l'uso di vele per ripararsi dal sole.
L'uomo vestito di biannco è il direttore delle cave di franito durante la gestione Zimmer, Giuseppe Franchi. Le donne camminano con l'ombrellino parasole.
Si notano a destra le rotaie per il trasporto del granito e l'uso di vele per ripararsi dal sole.
Già in epoca romana qui veniva estratto e lavorato il granito per realizzare manufatti, fra cui le imponenti colonne che si trovano nel Pantheon a Roma. L’estrazione della pietra è proseguita anche durante il Medioevo, come testimoniato dalle colonne elbane presenti nella Cattedrale di Pisa.
Dal 1905 al 1915 la concessione delle cave passò alla famiglia tedesca Zimmer che abitava nel basso edificio situato sulla spiaggia, dove oggi si trova il bar Il Convio e da cui provengono numerose foto del nostro archivio.
A chi vuole conoscere più a fondo questo ricco territorio suggeriamo di percorrere i panoramici sentieri che salgono verso la collina, dove è possibile scorgere le tracce delle antiche attività di estrazione, fra cui suggestive colonne abbandonate e siti archeologici.
Seguendo le indicazioni per arrivare alla ‘Nave’, in un piazzale troverete, in mezzo alla macchia bassa, un grande blocco sagomato la cui forma ricorda quella di una nave, scolpito in bassorilievo ma non terminato, abbandonato per chissà quali ragioni.