A differenza della Biodola, Scaglieri e Forno erano provvisti di un borgo abitato anche prima dell’avvento del turismo. Fino a metà ’700 vi si trovavano solo cantine e magazzini utilizzati, durante la stagione agricola e la vendemmia, dai contadini di Poggio, che solo in seguito vi si trasferirono stabilmente. Le casette originali del borgo, arroccate sulla sporgenza rocciosa nell’angolo nord-est della spiaggia, conservano ancora il loro pittoresco carattere marinaro.
Il nome Scaglieri, attestato a partire dal Catasto Leopoldino del 1841, viene dall’appellativo tradizionale del luogo, lo ‘Scaliere’, riferito all’abbondanza di terrazzamenti agricoli – a Scaglieri favorita anche dall’abbondanza di pozzi d’acqua dolce. Qui si coltivavano in particolare le varietà di vitigni Biancone e Procanico – solcati da scalinate e mulattiere.
Un breve tragitto nel verde tra muretti e giardini ci porta alla caletta successiva, Forno.
In viaggio verso Procchio per le vacanze Il viaggio della famiglia Olschki alla volta di Procchio è quasi terminato. Lo scatto
in macchina davanti al Golfo della Biodola.
in macchina davanti al Golfo della Biodola.
“Intorno agli anni ’20 qui a Forno (…) le strade intorno erano spesso viottoli o mulattiere impervie e gli unici animali disponibili che potevano passarvi erano gli asini. La barca era un altro bene prezioso perché, non solo serviva per la pesca, ma anche per andare a remi o a vela a fare la spesa grossa a Marciana Marina. (…) Perché non facevano la spesa a Portoferraio, mi chiederai? All’epoca Portoferraio era raggiungibile solo attraverso la vecchia mulattiera, per cui ci si poteva andare solo a piedi, a dorso d’asino o in bicicletta. Era quindi difficile trasportare tanta roba. E sai dove andavano a scuola i bimbi? Andavano a piedi al Viticcio dove c’era un’unica classe e un’unica maestra per tutti i bambini, grandi e piccoli.” Scrive così Sara Mortula, che ha raccolto queste memorie in un articolo sulla rivista Lo Scoglio.
Le ripe scoscese alle spalle del paese, ora coperte dalla macchia, erano tradizionalmente coltivate a vite; il borgo si spopolò parzialmente quando gli uomini, giovani e adulti, abbandonarono campi e animali per andare a lavorare negli altiforni a Portoferraio.