Proseguendo in direzione Poggio, poco prima di raggiungere l’abitato, in prossimità di una grossa curva, si trova la Fonte Napoleone.
Dal ’50 è presente una fontanella per il prelievo gratuito della preziosa acqua; accanto si trova lo stabilimento per l’imbottigliamento.
Pietro Mazzei di Poggio ricorda Girolamo Mazzei, l’acquaiolo del Poggio:
“Mio zio Girolamo tutte le mattine andava a vendere l’acqua del Poggio a Portoferraio. Partiva da Poggio alle 5 con il baroccio, con le damigiane, e la sera tornava a casa. La mattina la mia zia riempiva tutte le damigiane dell’acqua, in piazza. Poi la mattina si partiva per Portoferraio. […] Quando la notte si partiva di qui alle 5, era buio, le strade erano deserte, erano tutte sterrate. Ci mettevamo tre ore per andare e tre ore per tornare. […] Come s’arrivava a Portoferraio in piazza, tutte le donne, ormai lo sapevano, venivano a prendere le bottiglie dell’acqua.»
La Fonte del Poggio negli anni Venti Scatti della Fonte del Poggio.
Girolamo il barrocciaio Girolamo Mazzei in piazza al Poggio col suo barroccio.
Girolamo partiva a notte fonda da Poggio per essere di buon mattino a Portoferraio e vendere l'acqua.
Girolamo partiva a notte fonda da Poggio per essere di buon mattino a Portoferraio e vendere l'acqua.
[Napoleone] “Dal 23 agosto al 14 settembre 1814 qui dettando ai suoi fidi l’eterne memorie del folgorante passato risanava dei mali corporei e ne partiva guarito legando il Suo Nome all’acqua benefica per riprendere il suo fatale cammino.” (Lapide alla Fonte Napoleone)
In origine era chiamata Fonte Acquaviva, in riferimento al flusso di acqua perenne della sorgente, ma nel 1898 si trova già attestato il nome Fonte Napoleone.
Giuseppe Cacciò, imprenditore, proprietario a Poggio del lussuoso albergo che volle chiamare proprio Hotel Fonte Napoleone, dette il via alla valorizzazione della fonte nel 1947 e poi costruì lo stabilimento per l’imbottigliamento nel 1950.
Fonte di Napoleone a Poggio
«Questa ne è più abbondante della prima e così fresca l’estate che, per grosso sia un fiasco di vetro, quando non sia doppio non resiste, crepandosi per la freschezza.»(1729)
In origine la fonte era inglobata all’esterno di un lavatoio pubblico con una vasca che negli anni ha subito numerosi restauri e rifacimenti. Nel piazzale antistante la fonte si trova anche il “Tavolo di Napoleone”, costituito da un basso pilastro in muratura e una macina orizzontale in granodiorite proveniente da un vicino mulino della vallata. A breve distanza dalla fonte, sul lato sinistro della strada.